CAMIGLIANO TRA PRESENTE E PASSATO

News inserita il 09-04-2017 - Ok Siena

L’invito di un anziano poeta a tornare nel paese

 

“La nebbia del mattino lenta sale/ sembra che lo aggredisca… poi si arrende/ perché dall’altra parte spunta il sole./ Con i suoi raggi caldi lo difende/ quel bel castello visto da lontano,/ sembra chissà,/ invece è Camigliano.”

Così un anziano abitante di Camigliano, frazione nel comune di Montalcino rinomata per la Sagra del Galletto che si svolge la prima domenica di ottobre, descrive il paese in cui vive da sempre e che ama con tutto se stesso come si evince dalle sue parole. La poesia sopra riportata di questo signore a cui ho deciso di non dare un volto né un nome, edita in “Uno di Noi” dell’Associazione Culturale ricreativa Camigliano, lentamente ci fa addentrare in un piccolo borgo che ha il sapore del passato quando il paese era più florido e le persone vivevano davvero “insieme”.

Sono in pochi oramai quelli che hanno deciso di rimanere ad abitare nel paese, per dirla con il poeta “a difender il castello” di Camigliano edificato nella posizione attuale da Camillo (facente parte della famiglia dei Camilli da cui deriva il nome e lo stemma del paese).

Ed infatti le parole del poeta trasudano di una nostalgia seria, non ambigua.

Critichiamo molto la società in cui viviamo, ma quelle sono solo chiacchiere che ci ripetiamo per sentirci grandi, per “mostrare” agli altri quanto siamo ragionevoli. Quando però si tratta di fare i conti con il quotidiano, ci piacciono tutte le comodità che abbiamo. E non ci bastano.

Siamo la “società 3.0”, quella del “compra-compra”, quella dell’individualismo, come ha scritto il nostro poeta in un’altra sua composizione, ed in questo sistema, l’uomo che è per suo natura, come diceva anche Aristotele, un “animale sociale”, non può che vivere male. Il nostra poeta invita i suoi compaesani a tornare, a tornare a vivere in maniera semplice, ma più sincera, più genuina. 

E se tutto questo fosse un monito per tutti noi così abituati ai click della tastiera? Al tauch del nostro smartphone?

Io personalmente credo di sì.

Ed è proprio questo aspetto che mi ha colpito di Camigliano, ancor prima di sapere dell’esistenza di questo raffinato e dolce poeta.

La prima volta che ho visitato questo paese è stato in occasione della Sagra del Galletto ed era animato, vivace, insomma un borgo con luci gialle, tanti sorrisi, ottima cucina e un gran desiderio di vivere.

Ci sono tornata qualche mese dopo e ho conosciuto l’attuale vero paese, quello che purtroppo oggi conta, numericamente, più gatti che persone.

Mi sono sinceramente dispiaciuta perché pensare che un paese del genere (dal punto di vista dell’agricoltura, ha un potenziale enorme, in parte anche sfruttato), non sia adeguatamente popolato, mi fa pensare che il problema sta in un nostro cambiamento di mentalità, nel nostro individualismo che alla lunga non produce frutti benevoli.

Riflessioni a parte, siamo finalmente giunti alla stagione “buona”, la prossima settimana molti faranno dei giri o le famose scampagnate di Pasquetta, chissà che la meta non possa essere proprio Camigliano.

Potrebbe essere l’occasione per conoscere più da vicino le zone in cui abitiamo, la natura incontaminata che in molti ci invidiano.

Chiara Lenzini

 

 

 

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