BLOCK NOTES: TURISMO DI MASSA E TURISMO CULTURALE. SIENA DOCET?

News inserita il 10-11-2016 - Attualità Siena - Rubrica Block Notes

Strade piene, zeppe di “forestieri”. Speranze per il futuro.

Siamo particolari noi Senesi...ammettiamolo. Si discute su tutto e di più.

Forse questo è un segno di partecipazione e di democrazia, ma qualche volta rischiamo di arrampicarci sui peri, seguendo logiche strane.

E' accaduto, per esempio, qualche giorno fa, che il dibattito si attorcigliasse sul turismo, sulle nostre strade piene zeppe di "forestieri" e sui nostri parcheggi, che, quasi sempre semi vuoti, per un ponte, quello dei Santi risultassero invece costantemente tutti "completi". E giù con paragoni a volte improponibili con altre città Italiane fino ad accostare Siena con Venezia e il turismo che ne stravolge la sua identità.

Personalmente sono lontano dal modo di intendere la politica turistica propria di Sonia Pallai, che forse per la sua provenienza professionale si muove su parametri che poco hanno a che fare con quelli di una città d'arte che dovrebbe, secondo il mio modesto parere, promuovere e programmare mostre e rassegne di ampio respiro culturale, oltre ai mercatoni sul Campo, ma da qui a dire che il suo modello non funziona me ne guardo bene.

Non voglio nemmeno per scherzo parafrasare il Berlusconi che sosteneva che la crisi economica fosse una balla, visto che pizzerie e ristoranti erano sempre ben frequentati, ma anche un orbo si sarebbe accorto dalla primavera in poi quanto i flussi turistici privilegiassero Siena.

Mordi e fuggi, panino e bibita, può darsi, ma è un fatto che gli esercizi alberghieri della città fossero quasi tutti oltre il 70% di presenze e che bed and breakfast e agriturismi vari del nostro territorio, per non parlare degli affittacamere, in regola o no, abbiano vissuto una stagione se non proprio fortunata sicuramente soddisfacente. E non mi pare che ristoranti, trattorie, pizzerie e negozi vari abbiano avuto modi di lamentarsi più di tanto.

E questo quando la crisi morde ancora i nostri stinchi, l'occupazione stenta e il Monte è ancora alla prese con un progetto di risanamento che solo sulla carta, per ora, pare avere qualche chance di essere concretamente realizzato, non mi pare una cosa da buttare al macero.

Io preferisco i "pienoni" con i non insostenibili disagi che possano comportare, alla Siena con le strade, in pieno giorno, desolatamente vuote, o frequentate da pochi pensionati – siamo una città di vecchi e stentiamo a rendercene conto – e da qualche scolaresca accompagnata dalle maestre in visita a Palazzo Comunale o al Duomo.

E meno male che la popolazione universitaria resiste e viene data addirittura in crescita rispetto al trend negativo di quasi tutte gli Atenei Italiani. Ci regalano comunque un soffio di vita e popolano le nostre notti autunnali.

Insomma il turismo, che definisco di massa, tiene, anzi cresce. Mi aspetto che anche quello culturale e che qualcuno continua a definire di elite possa piano piano decollare.

Penso soprattutto al Santa Maria, ma guardo anche alle occasioni che i Milliennials e il futuristico laboratorio del Santa Chiara sono in grado di produrre. Se poi la politica culturale universitaria sarà capace di colloquiare anche con il Comune e il Santa Maria...tanto meglio.

Roberto Morrocchi

 

 

 

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