BLOCK NOTES: PALIO DI SIENA, VISITA AL MUSEO...CHE NON CÈ'

News inserita il 11-03-2016 - Palio - Rubrica Block Notes

Tutto da inventare e fare...comunque dai costi di un certo peso.

E' come un fiume carsico. Ogni tanto ritorna in superficie.

Parlo del Museo del Palio. Tutto da inventare e fare, e non si sa bene con che cosa....e comunque dai costi di un certo peso.

Peso che la città, così come è messa, non pare in grado di sostenere.

Sono da sempre un convinto sostenitore del partito del "no". Insomma sono fra coloro che sostengono che un museo del Palio non avrebbe alcun senso in una città dove fanno bella mostra di sé i diciassette musei ed oratori della Contrade e nella quale, semmai, dovremmo sempre tenere aperte, come è successo qualche giorno fa, solo le sale comunali nelle quali sono custoditi i costumi del Comune.

Per fare un Museo bisognerebbe, intanto, avere a disposizione un materiale di assoluto prestigio, e questo accadrebbe – Dio non voglia – sottraendo ai nostri 17 rioni una parte consistente del patrimonio storico e culturale raccolto nei secoli, oltre a quelle cose, apparentemente, di minore importanza: zucchini, giubbetti e finimenti, bandiere, tamburi e braccialetti, che ci riportano alla memoria, avvenimenti che fanno comunque la storia della nostra Festa.

Non capisco l'insistenza con la quale diverse forze politiche cercano di riportare, ogni tanto, in superficie il fiume carsico paliesco.

Mi pare, intanto, che le Contrade, giustamente gelose delle loro memorie, non siano per niente disponibili a privarsene, anche se a favore di un Museo della Città.

Ecco, questo sarebbe un tema sul quale un Rettore del Magistrato delle Contrade dovrebbe lavorare con attenzione, interrogando tutte le consorelle e cercando soluzioni che facciano accrescere importanza e visibilità ai diciassette musei da decenni, per non scomodare i secoli, esistenti.

Può darsi che sia per una mia colpevole disattenzione, ma pur facendo qualche ricerca stento a capire quali siano i tempi di apertura dei nostri Musei e la frequenza delle aperture medesime.

Mi pare che Opera, la società alla quale è stata consegnata l'immagine della città, avrebbe dovuto pubblicizzare e propagandare meglio il tutto e non solo a beneficio dei turisti del mordi e fuggi.

Insomma nessuno mi toglie dalla testa che organizzando in maniera consona le aperture dei Musei, stilando un calendario puntuale delle stesse, si otterrebbe il "Museo che non c'è" mettendo insieme i 17 Musei che ci sono.

Vuoi mettere? Una giornata a spasso per i rioni, con la possibilità di visitare le memorie che le Contrade custodiscono, le monture, i drappelloni, masgalani, arredi sacri e tutte quelle cose che ci raccontano le mille storie del Palio attraverso il tempo.

Mentre scrivo vengo informato che il Palio del 16 Agosto sarà dedicato alla conquista del voto delle donne, a settanta anni dall'evento e che la pittura del drappellone è stata affidata al Belga, Jean Claude Coenegracht. Una scelta coraggiosa, perchè lo stile dell'artista, di primo acchito, non pare il più adatto alla tradizione pittorica paliesca.

Personalmente sono sicuro che il pittore, che conosce bene Siena e il Palio, sarà all'altezza del compito e che saprà interpretare al meglio anche il ruolo ricoperto dalle donne Senesi nella vita della città e delle nostre Contrade.

Chiudo qui e mi raccomando: aprite le porte al Museo che non c'è, senza buttare soldi in un Museo del Palio, almeno per me, ma anche per tantissimi Contradaioli, senza alcun senso.

Roberto Morrocchi

 

 

 

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