ASCIANO, TORNA A SPLENDERE LA CHIESA DI SANT’AGOSTINO
News inserita il 21-07-2016
Nuova vita per la chiesa di Sant’Agostino ad Asciano, scrigno
d’arte tornato alla luce grazie all’impegno dell’Arciconfraternita della
Misericordia. Sabato
23 luglio alle 18 si riaprono
le porte della chiesa risalente al tredicesimo secolo dopo oltre 6 anni di
restauri che hanno riportato a nuovo splendore affreschi e non solo. Il
restauro, del costo complessivo di circa un milione di euro, è stato compiuto
interamente dall’Arciconfraternita della Misericordia di Asciano grazie ad un
lascito e ai contributi ottenuti con l’impegno dei volontari. In occasione
della cerimonia di riapertura si terrà anche l’inaugurazione di “Ecclesiae. Le
cento chiese del territorio di Asciano”, un calendario di eventi organizzato in
collaborazione con l’amministrazione comunale con incontri, visite guidate,
trekking, mostre e appuntamenti liturgici dedicati ai luoghi ecclesiastici del
territorio. Domenica 24 luglio la chiesa di Sant’Agostino tornerà ad ospitare
anche le celebrazioni religiose con una Santa Messa in programma alle 11.
Cenni storici e artistici La chiesa di Sant’Agostino fu probabilmente
edificata ex novo dagli Agostiniani insieme all'adiacente convento, oggi
trasformato in abitazioni. Conserva l'impianto gotico ad una navata ed abside a
pianta rettangolare. La facciata fu terminata nella prima metà del Quattrocento.
Durante il Seicento la navata fu arricchita da sei altari in stucco e nel
secolo successivo anche l'altar maggiore fu sostituito con l' attuale in forme
barocche. Alla metà dell'Ottocento la proprietà passò alla Confraternita di
Misericordia e Sacro Chiodo di Asciano che decise di effettuare un sostanziale
intervento di restauro che trasformò parzialmente la navata, sostituendo
l'originaria copertura a capriate con volte in muratura. Nel
2010, prima di iniziare il restauro strutturale e architettonico della chiesa,
fu deciso di effettuare una serie di saggi per evitare qualsiasi danno a
possibili affreschi e a superfici dipinte. E' così venuta alla
luce una straordinaria testimonianza di dipinti murali che vanno dal XIV fino
al XVI secolo.
Le pareti della navata venivano spesso
affrescate sia con cicli pittorici di soggetto cristologico e/o mariano, sia
con scene di carattere votivo. Nel caso di sant’Agostino ci troviamo di fronte
a questa varietà di tipologie. Il ciclo più importante e più ampio è da
riferirsi ad Antonio Veneziano, un pittore che operò a Siena nella seconda metà
del Trecento.
Il restauro Originariamente
sono stati realizzati interventi strutturali di
consolidamento delle fondazioni, delle murature e dei tetti, oltrechè di risanamento
dell'umidità, che ha preceduto il restauro degli stucchi e degli affreschi e
che ha permesso di mettere in sicurezza l'intero edificio. Il restauro Ha permesso di riportare alla
luce interessanti affreschi di epoca medievale e non solo. Di pregevole fattura
gl’intonaci antichi e le decorazioni dipinte a trompe l’oeil ritrovati nel coro
dell chiesa. Anche nella navata sono stati scoperti e restaurati decorazioni e
affreschi medievali, tra i più antichi insieme allo stemma della famiglia
Bandinelli così come risale alla seconda metà del 1200 il Sant’Antonio Abate e
il tendaggio dipinto sulla parete sinistra vicino alla porta d’ingresso.
Bellissimo è il grande affresco con una serie
di santi dipinto nel presbiterio ed anche il piccolo frammento di un dipinto
sicuramente più grande scoperto accanto all'arco trionfale.
In epoca controriformista vengono
scialbati gli affreschi e si inizia a costruire l'altare sulla
parete sinistra all'ingresso della chiesa, in
stucco dipinto a finto marmo con dorature (datato 1600 e fortemente ispirato
all'altare maggiore della chiesa di Fontegiusta a Siena di Lorenzo di Mariano
detto il Marrina): l'affresco che si trovava sulla parete rappresentante
l'Incoronazione della Madonna del XIV secolo è stato l'unico che si è
salvato dalla scialbatura, probabilmente perchè molto venerato, così che è
stato riadattato a pala d'altare.
·Di qualche anno più tardi ma sempre
seicenteschi sono i rimanenti cinque altari delle pareti, come il terzo altare
della parete destra dedicato a San Carlo Borromeo (considerato il massimo
riformatore della chiesa cattolica del XVI secolo) è datato 1639, mentre
l'altare maggiore è del 1755. Ai primi dell'ottocento vi sono stati importanti
lavori di impronta neoclassica come l'apertura dei due finestroni sulla parete
sinistra mentre sulla parete destra i finestroni sono stati dipinti a trompe
l'oeil, la spartizione della navata con le lesene e la copertura delle volte in
cotto, la ridipintura di tutti gli altari di grigio, la tamponatura della porta
medioevale e riscoperta in questo restauro sulla parete destra e sicuramente
sempre a quest'epoca risale la punzecchiatura delle
pareti per fare aderire il nuovo e spesso
intonaco.
Il restauro ha previsto il
descialbo e la scopritura (meccanica a bisturi e vari solventi) di tutti gli
affreschi, la pulitura, il consolidamento le stuccature e il ritocco
pittorico. Anche gli altari sono stati completamente riscoperti dai vari strati
di vernice grigia applicati negli anni riscoprendo le dorature e le policromie
originarie, poi sono stati consolidati, stuccati e restaurata pittoricamente la
decorazione a finto marmo. Come protezione finale sul finto marmo è stata
applicata cera neutra.
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