L’UNISI NEL TEAM DEL RITRATTO GENETICO NELL’ERA GLACIALE
News inserita il 04-05-2016
Il più dettagliato resoconto della storia
genetica dell’uomo europeo vissuto durante l’era glaciale: è quello prodotto da
un team internazionale di studiosi, del quale fanno parte ricercatoridell’Università di Siena (Annamaria Ronchitelli e Stefano Ricci) e di Firenze
(David Caramelli e Martina Lari), analizzando il genoma di cinquantuno
individui vissuti in Europa, tra 45.000 e 7.000 anni fa, prima
dell’introduzione dell’agricoltura.
I risultati di questa indagine, che ha
ampliato di dieci volte il campione di DNA antico appartenente alle popolazioni
di cacciatori raccoglitori europee, sono appena stati pubblicati dalla rivista
scientifica Nature (DOI:10.1038/nature17993).
Tre dei campioni fossili provengono da
Grotta Paglicci in Puglia, dove Annamaria Ronchitelli del Dipartimento di
Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Siena coordina
le ricerche in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Puglia.
L’analisi genetica di questi reperti è a cura del Laboratorio di Antropologia
Molecolare e Paleogenetica dell’Università di Firenze, diretto da David
Caramelli del Dipartimento di Biologia.
L’enorme quantità di informazioni raccolte
dall’esame dei resti umani ha reso possibile il monitoraggio dei cambiamenti
genetici intervenuti in oltre 30.000 anni di storia e il loro rapporto con le
trasformazioni culturali. Lo studio ha confermato con maggiore chiarezza il
declino del DNA neandertaliano presente nel genoma moderno. In particolare nei
campioni analizzati gli studiosi hanno rilevato un valore tra il 3 e il 6 per
cento di DNA neandertaliano, che nell'umanità attuale si è ridotto intorno al 2
per cento in quanto “evolutivamente svantaggioso”.
Inoltre lo studio ha fatto emergere che
uno dei ceppi a cui appartenevano i primi abitanti europei, che sembrava
essersi estinto intorno a 33mila anni fa, sostituito da un ceppo successivo, è
invece riapparso in alcuni campioni risalenti alla fine del massimo glaciale,
circa 20.000 anni fa.
Un’altra importante scoperta evidenzia la
comparsa, già 14.000 anni fa, di una nuova componente genetica attualmente
presente nelle popolazioni del Vicino Oriente e introdotta probabilmente da
quelle aree verso l’Europa attraverso un flusso migratorio favorito dal
riscaldamento climatico.
Sempre dall’esame del DNA, è attestato
nello stesso periodo un contatto con popolazioni dell'Estremo Oriente, che ha
portato a un’ulteriore trasformazione del paesaggio umano europeo.
Allo studio hanno collaborato università e
enti di ricerca di tutto il mondo sotto la supervisione di David Reich (Harvard
Medical School), Svante Pääbo (Max Planck Institute di Lipsia) e Johannes
Krause (Università di Tubinga).
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