RADICOFANI, FABBRIZZI: “GHINO DI TACCO NON ERA AMIATINO”
News inserita il 31-08-2015
La storia di Ghino di Tacco, il famoso “ladro
gentiluomo”, e il cosiddetto “Robin Hood italiano” è strettamente legata a
Radicofani, non all’Amiata. Questa considerazione oggettiva, scontata, sembra
essere essa in discussione da una iniziativa messa a punto dall’Osa, gli
operatori scolastici amiatini, associazione che ha coinvolto Notthingam nel
nome delle figure dei due personaggi, appunto, Ghino di Tacco e Robin Hood.
Peccato che, mentre l’inglese è realmente legato alla foresta della città
britannica, il nobile nato alla Fratta è stato preso in prestito da un
territorio dove non ha mai lasciato tracce. In pratica, si è verificata una
sorta di “usurpazione” che stride ancor di più se pensiamo che nasce da
insegnanti, con l’aggravante di una promozione dell’evento che nemmeno cita Radicofani.
Così, il sindaco Francesco Fabbrizzi, è stato
costretto a scrivere agli inglesi che saranno ospiti dell’iniziativa, per fare
alcune precisazioni. Ha dovuto spiegare “che il castello di Radicofani è
legato alle gesta di Ghino di Tacco di cui si impossessò nel 1297. Dal suo rifugio, attraverso il quale controllava i
traffici lungo la via Francigena, Ghino di Tacco divenne il Robin Hood
Italiano, di cui vi sono testimonianze sia nella Divina Commedia di Dante
Alighieri che nel Decamerone di Boccaccio ed altre fonti storiche. Da queste
risulta inequivocabilmente che Ghino di Tacco è vissuto a Radicofani e non a
Piancastagnaio, distante dal mio comune 30 minuti di auto e che appartiene
all'Amiata, territorio montano esterno alla val d'Orcia. Chiunque voglia visitare i luoghi dove è vissuto Ghino
di Tacco dovrà venire a Radicofani. Tutto
questo per specificare che Ghino di Tacco non ha nessun legame con
Piancastagnaio e il monte Amiata.
Sarei interessato a intraprendere con voi
iniziative comuni che tengano conto effettivamente della storia con l'intento
comune di tutelare insieme l'immagine del comune di Radicofani”.
Ovviamente, la questione
non sarebbe nata se ci fosse stato a priori un corretto coinvolgimento del
Comune di Radicofani. Ciò non è avvenuto ma, al contrario, stanno circolando
brochure, comunicati stampa e informazioni su internet che associano Ghino
all’Amiata, senza minimamente citare Radicofani. “Devo tutelare il mio
territorio, e rispondere alla perplessità dei miei concittadini – dichiara il
primo cittadino Fabbrizzi – e dopo aver cercato inutilmente di invitare
l’organizzazione amiatina a una maggiore trasparenza nell’informazione, sto
ancora attendendo risposte su almeno due piani: l’esatta collocazione
geografica della figura di Ghino di Tacco, il coinvolgimento del nostro
territorio nell’iniziativa”.
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