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LA LEGA CHIEDE LE DIMISSIONI DI VALENTINI E SACCO

News inserita il 17-10-2014

Scoppiano le polemiche alla notizia che Siena non sarà Capitale UE della Cultura 2019. La Lega Nord ha sempre sostenuto che il riconoscimento europeo non era essenziale per identificare Siena come Capitale della Cultura, poiché essa lo può essere nei fatti senza bisogno di riconoscimenti da istituzioni che dovrebbero semmai occuparsi di problemi ben più importanti, vista la situazione generale italiana ed in particolare di Siena, mentre Sacco, a margine della visita dei giurati a Siena, aveva chiaramente detto che il mancato riconoscimento avrebbe dato adito a “dinamiche che comprometterebbero tutto”, evocando addirittura “dinamiche molto perverse”. «Il PD aveva investito tutto quanto su Siena CEC2019 per continuare a mantenere il proprio potere. Adesso, in un sistema meritocratico, chi ha fallito deve avere il coraggio di rimettere il proprio mandato nelle mani degli elettori e farsi da parte. Secondo noi Siena può ancora farcela, a patto che si liberi definitivamente di certi personaggi e di un sistema di potere che l’ha portata a toccare il fondo. Questa città ha estremo bisogno di alternanza di governo, di discontinuità con il passato e di liberare le vere energie positive del territorio, che sono presenti e che sono la vera ed unica speranza per il futuro della città, se valorizzate adeguatamente»

«Ci dispiace che Siena non abbia raggiunto questo ambizioso traguardo, è evidente che, come abbiamo sostenuto, il progetto non fosse abbastanza qualificante per meritarsi il riconoscimento, al di là delle frasi di rito dei giudici nei confronti delle finaliste sconfitte. Siena può e deve ripartire prima di tutto dalla sua storia, dalle sue tradizioni e dalla sua ricchezza, non da progetti avulsi dal contesto del territorio. Se Siena avesse puntato sul ruolo di esportatrice di cultura anziché limitarsi ad essere importatrice come invece è stato, forse il risultato sarebbe stato diverso. E non vengano questi signori a dare responsabilità a chi non ha mai preso parte a niente di quanto è stato programmato. Quello di scaricare responsabilità proprie ai cosiddetti “gufi”, è semplicemente il marchio di fabbrica della mala politica. Come traspare anche dalle parole del Presidente della Giuria Steve Green, che ha indicato come “criterio di scelta anche la buona governance”, emerge chiaramente come la responsabilità dell'ennesimo fallimento di questo sistema cancerogeno è esclusivamente da ricercarsi nell'inadeguatezza della classe politica e dirigenziale che ha guidato e sta guidando ancora oggi la città e tutto il territorio provinciale.»

 

 

 

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