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BLOCK NOTES: MPS, FRUENDO E POSTE ITALIANE. QUANDO NOI S'ERA PIÙ FURBI

News inserita il 16-04-2015

Si spera che il futuro sia un tantino più roseo.

Mentre a Siena il giudice Delio Cammarosano stabiliva con sentenza in primo grado che la Banca Monte dei Paschi di Siena doveva riassumere i dipendenti passati dal 1 gennaio 2014 dalla Banca a Fruendo (una new company creata da Bassilichi e Accenture, a cui il Monte aveva ceduto i servizi di back office), nella stessa giornata i giudici di Roma scrivevano l'esatto contrario, dando ragione al Monte e a Fruendo. E questo la dice lunga sullo stato della nostra Magistratura...

L'accordo era stato firmato da diverse sigle sindacali che per il bene supremo "aziendale" avevano sacrificato gli interessi di circa 1200 lavoratori...buffo pensare a chi si stia fregando le mani: le sigle che hanno avuto ragione o quelle che hanno avuto torto? Difficile per noi comuni mortali dirimere la questione. Ci vorrebbe la penna del miglior Pirandello.

E' chiaro che siamo solo alle prime battute di una vicenda che potrà dipanarsi per anni fino alla conclusione giudiziale, ma va dato atto ai dipendenti di aver avuto, se non altro, il coraggio di andare contro tutto e tutti, svincolandosi dal patronato sindacale che almeno in questo caso aveva sposato le esigenze del datore del lavoro...e non quelle dei lavoratori.

Insomma nello stagno senese, dove da anni non si muove foglia, questa volta si è sviluppato un bel mulinello che ha accolto le ragioni di chi sta facendo di tutto, sostenendo costi e sacrifici di non poco peso, per non giacere sotto il maglio del più forte. Ma ho il sospetto che alla fine il bene supremo aziendale prevarrà...

Intanto si è tenuta l'Assemblea che ha passato al vaglio il bilancio e il previsto aumento di capitale. Si spera che il futuro sia un tantinello più roseo.

Delle buone intenzioni di Sindaco e Presidente della Fondazione ne abbiamo piene le tasche. Da qui in avanti contano solo i fatti!

Il Monte, intanto, ha ceduto a Poste Italiane la sua partecipazione del 10,3% in Anima Holding Spa. Era tutto previsto. In cassa arrivano circa 210 milioni freschi.

Da notare, se mai, che le Poste si sono tutelate nel caso i di improvvisi ribassi della quotazione "Anima", nello stretto periodo contrattuale.

Insomma il Monte dovrà rendere 1,53€ ad azione nel caso in cui il prezzo delle Anima andasse sotto quota 5,27€.

Non succederà niente, state tranquilli, ma questo ci induce ancora una volta a riflettere che solo il Monte di Mancini, Mussari e Vigni, quando acquisì Antonveneta, si guardò bene di pretendere la firma dei sacrosanti accordi di salvaguardia dei crediti.

Allora si trattava sulla scorta di 9miliardi e alla fine dei salmi il danno si è aggirato oltre i 7 miliardi di eurini. Ma noi s'era più furbi, tanto più furbi dei vertici di Poste Italiane!

Roberto Morrocchi

 

 

 

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