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BLOCK NOTES: C'ERA UNA VOLTA SIENA BIOTECH...

News inserita il 19-12-2014

Il polo scientifico ha divorato, ogni anno, milioni come fossero noccioline, senza che nessuno potesse mettere un freno alle manie di grandezza degli amministratori della società e senza che nessuno, sindaci o presidenti della Provincia, sindacalisti o rappresentanti delle forze politiche senesi, chiedessero lumi sullo stato della ricerca.

Sembra oramai segnata la sorte della Siena Biotech e dei suoi quaranta lavoratori.

La Fondazione Monte Paschi che a suo tempo volle, fortissimamente volle, diversificare nella "scienza della vita" le sue sostanze ha detto stop.

Marcello Clarich, il presidente, con uno scarno comunicato ha dichiarato la resa, alzando bandiera bianca sulla travagliata storia del complesso scientifico e sulle speranze e aspettative dei qualificati professionisti lì impiegati. E subito si sono aperte le cateratte del cielo. Per una volta non è venuta giù acqua a catinelle, ma abbiamo assistito alle più disparate prese di posizione di politici, sindacalisti, rappresentanti istituzionali, bloggers e compagnia cantante.

I lavoratori, gli unici esenti da colpe, hanno rivendicato, a ragione, la loro professionalità e il loro impegno. A seguire tutti gli altri...tutti quelli che si sono accorti ora, quando i buoi sono scappati, che le porte della crisi erano spalancate e che nessuno aveva surrogato lo sforzo fino ad ora sostenuto del Monte che, dopo aver dilapidato 160 milioni, si è reso conto che 300mila euro al mese avrebbero rappresentato, in questi chiari di luna, un costo insostenibile.

Credo che Clarich, pur sbagliando nei modi e forse anche nei tempi, avesse una sola strada da seguire, non potendo la Fondazione sostenere l'impresa.

Avrebbe dovuto aspettare, però, una risposta formale da parte della Regione che, pare, fosse disponibile ad intervenire con tre milioni di euro entro la fine dell'anno e - anche se alla testa di una Istituzione legittimamente autonoma - avrebbe potuto convocare intorno ad un tavolo di crisi il Comune, i rappresentanti dei lavoratori, quello che resta della Provincia, la Regione e, perché no?, la stessa Università, prima di abbandonarsi al laconico comunicato.

A margine della triste vicenda restano " gli alti lai" di quanti sono caduti dal pero.

Siena Biotech, il fiore all'occhiello di Mancini e Parlangeli, ha divorato, ogni anno, milioni come fossero noccioline, senza che nessuno potesse mettere un freno alle manie di grandezza degli amministratori della società e senza che nessuno, né Sindaci o Presidenti della Provincia, Sindacalisti o rappresentanti delle Forze Politiche senesi, chiedessero lumi sullo stato della ricerca e su come procedesse l'inserimento della Siena Biotech sullo scenario industriale di competenza.

Fino a quando il Monte ha pompato nella Biotech milioni di euro a palate nessuno si poneva e poneva domande, anche se qualche sinistro scricchiolio si avvertiva e più di un ricercatore aveva pensato bene di cambiare casacca, abbandonando l'impresa.

Nel Consiglio di Amministrazione, in tempi non sospetti di "groviglio armonioso" sedevano personaggi che con la scienza avevano ben poco da spartire, e quando la Banca ha rischiato di fallire e la Fondazione di chiudere i battenti...sono rimasti solo i lavoratori a muoversi intorno a macchine e strumenti all'avanguardia...producendo sì, ma senza un progetto industriale preciso che potesse sostenere la linea scientifica seguita.

Il Sindaco Valentini afferma che "il grande progetto del Polo senese delle Scienze della vita rappresenta, comunque, una realtà dinamica ed una delle grandi occasioni di sviluppo per l'intera Toscana". Ma Clarich che ne pensa?

Roberto Morrocchi

 

 

 

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