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APRILE DOLCE DORMIRE, MA AL BUON VINO...NON RINUNCIARE!

News inserita il 20-04-2014

 

 

Proprio perché è uno di mesi primaverili per eccellenza, in cui la natura esplode con i suoi odori e sapori, i contadini si augurano che questo mese sia per lo più caratterizzato da un dolce tepore e non dal caldo o, peggio, dal freddo che rovinerebbe i raccolti.

 

 

Il proverbio “Aprile dolce dormire” si riferisce alla circostanza che, in questo mese primaverile, si comincia ad assaporare un tepore così piacevole che induce maggiormente al relax e al sonno. Proprio perché è uno di mesi primaverili per eccellenza (mentre Marzo è ancora meteorologicamente un po’ pazzerello), in cui la natura esplode con i suoi odori e sapori, Aprile è celebrato con più di un proverbio. I contadini si augurano che questo mese sia  per lo più caratterizzato da un dolce tepore e non dal caldo o, peggio, dal freddo che rovinerebbe i raccolti. E’ necessario che le gemme si schiudano lentamente ai primi timidi raggi del sole, senza alcuna forzatura: “Aprile temperato non è mai ingrato”.Lo stesso termine “Aprile” viene da “aperit”, che in latino significa “aprire, far sbocciare”. Non sono rare le piogge leggere e i brevi temporali, in questo mese primaverile. Per questo gli anziani agricoltori erano soliti profetizzare: “Aprile piovoso, Maggio ventoso, anno fruttuoso”. La pioggia di Aprile fa bene anche agli animali: “L’acqua d’Aprile il bue ingrassa, il porco uccide e la pecora se la ride”. La pioggia in questo mese è di buon auspicio per la vendemmia: “Quando tuona d’Aprile buon segno per il barile”.
Ma dopo queste frasi sulla primavera e sul mese in oggetto, torniamo al significato di “Aprile, dolce dormire”. Con i primi tepori l’organismo si riattiva, come pure la muscolatura (intorpidita dal freddo invernale), ed anche a livello ormonale si verifica un risveglio. Si dice infatti che in primavera si è più favorevoli all’amore e all’accoppiamento in generale. Il corpo tende ad assecondare il ritmo della luce, visto che le giornate si allungano e il sole tramonta più tardi. Mentre per molte persone questo cambiamento è quasi automatico e avviene senza grossi traumi (al massimo con una lieve sensazione di stanchezza), per altre succede che si va a dormire stanchi per svegliarsi ancora più apatici e in preda ad una forte astenia (dal greco “stenos”, mancanza di forze).
Per alcuni il cambio di stagione è un momento difficile, in cui l’organismo stenta ad adattarsi ai nuovi ritmi del sonno e della veglia, e questo capita soprattutto agli anziani e a chi ha particolari disturbi o patologie in atto. Per tali soggetti può essere utile ricorrere ad integratori naturali come il ginseng e la pappa reale, che aiutano a superare il senso di affaticamento e la tipica astenia primaverile, senza alcun effetto collaterale.
E’ importante stare più tempo all’aria aperta, possibilmente praticando un’attività fisica regolare e costante per preparare il corpo all’estate e rilassare la mente. Se si dedica il giusto tempo allo sport è più facile dormire bene, anche per chi è tendenzialmente incline all’insonnia.
Quanto al vino le temperature non sono ancora troppo elevate e c’è quindi ancora spazio per dedicare attenzione ad una denominazione emergente ma molto interessante della provincia di Siena: l’Orcia Doc.La produzione vitivinicola si esprime in un territorio estremamente eterogeneo e in una conseguente ampia selezione di vini, in prevalenza rossi, che raggiungono il culmine della loro tradizione a Montalcino, dove la vigna, la terra e l’uomo sono legati da una cultura più che millenaria.
Nato nel 2000, il Vino Doc Orcia viene prodotto in un vasto territorio incastonato tra le prestigiose realtà del Brunello e del Vino Nobile di Montepulciano: 13 comuni – Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Trequanda e parte dei comuni di Abbadia San Salvatore , Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena – con una varietà pedologica tale da esprimere un’ampia diversità di caratteri. Ad oggi la superficie dei vigneti iscritti all’albo della Doc Orcia è pari a 400, di cui 90 ha di viticoltori associati al Consorzio, questo attualmente è costituito da 38 produttori di cui 28 imbottigliatori.
Tra i molti vini meritevoli di attenzione, ne abbiamo scelto uno a noi particolarmente caro, il Cenerentola.
Il Cenerentola  Orcia Doc viene prodotto dalla Fattoria del Colle a Trequanda: l’uvaggio è composto dal 65% di Sangiovese ed il 35% di Foglia Tonda, quest’ultima è una varietà dalle origini antiche, dotata di una caratteristica foglia rotondeggiante sui bordi ed originaria della Toscana, che tuttavia era stata abbandonata e la cui coltivazione ad oggi risulta essere molto rara. Sapientemente recuperato da Donatella Cinelli Colombini, il vitigno Foglia Tonda  è stato valorizzato introducendo per questa vite un tipo di allevamento a cordone speronato e realizzando una bassa resa, per ottenere un prodotto di qualità e per dare risalto alle specificità di quest’uva che va a comporre un blend armonico, unico nel suo genere e composto di soli vitigni autoctoni. Il vino, che matura un anno in botti di legno, si presenta al calice di un limpido e vivace colore rubino, alquanto concentrato. Al naso è intenso con una suadente fattura degli aromi che spazia da un fruttato che ricorda la ciliegia ad un floreale di rosa,  poi spezie ed una piacevole nota mentolata. Al palato si esprime con un sorso equilibrato, mai banale e scontato, in un mix di potenza ed armonia davvero intrigante. Saporito, dotato di buona freschezza e di una trama tannica ben presente, il Cenerentola, che in bocca richiama note fruttate e di liquirizia, è un vino da degustare oggi ma da godere anche a distanza di svariati anni. A dimostrazione di questo una bottiglia della vendemmia 2004 da noi recentemente degustata era in ottima forma e faceva presagire ampi margini di ulteriore positiva evoluzione.
Secondo la saggezza popolare “La nebbia di marzo non fa male, ma quella d'aprile toglie il pane e il vino”.
Attenzione, però, cari lettori a non vestirsi subito leggeri al primo tepore primaverile, i malanni di stagione sono sempre in agguato. Gli antichi, si sa, non si sbagliano mai e il proverbio recita: “Per tutto Aprile non ti scoprire, di Maggio non ti fidare, di Giugno fai quel che ti pare”.

Achille Prostamo & Giovanni D'Alessandro

 

 

 

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